Il cantautore francese Timothée Régnier alias Rover, che omaggia col nome d’arte la nota casa automobilistica britannica, ritorna dopo 6 anni dall’uscita di “Let it Glow” riproponendo il suo volto in copertina e la devozione artistica per Bowie
Forte inoltre il richiamo al Lennon di “Plastic Ono Band”.  In netta contrapposizione al titolo (Eiskeller in tedesco significa “Ghiacciaia”) le  liriche, le armonie e gli arrangiamenti scelti da Rover risultano caldi, raffinati ed avvolgenti, quasi come se la scelta di rinchiudersi nella vecchia ghiacciaia di Eiskeller a Bruxelles, per la composizione e la produzione di questo disco, sia stata voluta proprio per tirar fuori l’ispirazione più sentita ed intimista.
Timothée Régnier, in arte Rover
Non c’è che dire: “Esperimento riuscito”. Come dichiarato in una recente intervista, l’isolamento e la ricercata solitudine per la realizzazione del disco, in un periodo drammatico di pandemia che ha generato in tutti gli stessi sentimenti, hanno creato qualcosa di magico dove per la prima volta si è sentito connesso col mondo.
L’inquietudine di Rover diventa viscerale sin da subito con “To This Tree”, un ode compositiva rivolta all’ultraterreno. I turbamenti interiori fanno capolino in “Wasted Love” passando per “Cold And Tired” attraverso l’utilizzo di autotune, pianoforti morbidi ed assoli di chitarra di chiara matrice Beatlesiana. Pregevole il passaggio da “Venise Hat” dove si scorge l’animo pop del cantautore parigino.
Un disco che si lascia ascoltare con attenzione e che si fa apprezzare per il coraggio di proporsi démodé, con grande cura per i particolari, senza tralasciare nulla, proprio come si faceva una volta.
Una curiosità: due giorni dopo aver svuotato lo studio/ghiacciaia dallo stesso Rover, Eiskeller veniva abbattuta.
Tracklist
  1. To This Tree
  2. Venise Hat
  3. Roger Moore
  4. For Ages
  5. Cold and Tired
  6. Rising High
  7. Wasted Love
  8. Silent Fate
  9. I Still Walk
  10. From the Start
  11. Burning Flag
  12. Eiskeller
  13. Woys