Un viaggio lungo l’Italia dei Beni Archeologici e Museali con il comune obiettivo di espandere la fruizione del patrimonio storico-culturale della Penisola e raccoglierlo in un’unica biblioteca digitale. È questo il Progetto Nazionale di Digitalizzazione del Patrimonio Culturale del Ministero della Cultura, che in Calabria parte proprio dal Museo Archeologico di Lamezia Terme, il primo ad aver avviato i cantieri e il primo a concludere i lavori di digitalizzazione. 

La presentazione delle attività si terrà il prossimo giovedì 28 novembre 2024, alle ore 10.00, presso la sede del Museo Archeologico Lametino (Piazza San Domenico), alla presenza delle istituzioni regionali e dei rappresentanti della DG DIGITAL LIBRARY del Ministero della Cultura. L’evento è stato fortemente voluto dalla Direzione Regionale Musei Calabria, guidata dal Dott. Fabrizio Sudano, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria MARC. 

«Con questo fondamentale e strategico Piano Nazionale di Digitalizzazione le collezioni dei musei statali della Calabria diventano accessibili a un pubblico notevolmente più ampio rispetto al passato – dichiara il Direttore Sudano -. Tutto il processo consentirà di ripensare in chiave moderna ai nostri allestimenti museali, al modo di comunicare il nostro patrimonio culturale e permetterà anche di fare ricerca scientifica e tutela dei nostri reperti archeologici».

Grazie ai Fondi PNRR che il Ministero della Cultura sta investendo in Calabria, è stato infatti avviato un progetto di rilevanza enorme per il sistema museale calabrese, partito dal Museo di Lamezia Terme e che nei prossimi mesi coinvolgerà altri musei della DRM Calabria – il Museo Archeologico Metauros di Gioia Tauro (RC) e il Museo Archeologico “Capialbi” di Vibo Valentia – e il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, con l’obiettivo di rendere il patrimonio culturale dei Musei e dei luoghi della cultura maggiormente accessibile attraverso le nuove tecnologie, per il pubblico di oggi e per le generazioni future.

«Siamo orgogliosi di presentare proprio qui a Lamezia questo progetto di rilevanza nazionale e che avrà un impatto importante per il sistema museale – dichiara la Direttrice del Museo Archeologico Lametino Arch. Simona Bruni –. La Direzione Regionale Musei Calabria ha programmato con cura le fasi di preparazione e avvio di questo importante cantiere in atto di svolgimento all’interno della sede del Museo archeologico Lametino che permetterà, attraverso la digitalizzazione della selezione dei reperti facenti parte la collezione museale volta a produrre i dati identificativi essenziali degli oggetti, di ampliare le azioni di tutela, conservazione, valorizzazione e promozione, permettendone la rintracciabilità e abilitando future attività di ricerca».

Dopo la presentazione dei lavori in corso, l’evento del 28 novembre si concluderà con la visita al cantiere digitale del Museo Archeologico Lametino. Il giorno seguente, venerdì 29 novembre, il Museo aprirà le proprie porte agli studenti degli istituti scolastici della città per far conoscere loro l’importante progetto di digitalizzazione in corso.

Le attività di digitalizzazione

Le operazioni di digitalizzazione, affidate al Consorzio Maggioli, sono portate avanti da Sinapsys – Società del Gruppo Maggioli – e da Maggioli Cultura e Turismo.  «Essere parte attiva, dunque partecipi al processo di digitalizzazione del Museo Archeologico di Lamezia Terme rappresenta per noi un impegno che unisce tecnologia e cultura – dichiara Alessandro Carellario, AD del Consorzio Maggioli – Siamo impegnati in una continua ricerca sulle nuove tecnologie, perché crediamo che  l’innovazione digitale sia uno strumento di inclusione: non un ostacolo, ma il ponte che rende il patrimonio accessibile a tutti. La digitalizzazione non solo preserva, ma diffonde la conoscenza, democratizza la fruizione della nostra storia e del nostro patrimonio culturale».

Per questo progetto è stato creato  un gruppo di lavoro ad hoc, coordinato dall’archeologo Marco Di Lieto e composto da professionisti di grande esperienza come la restauratrice  Aba Muleo, il fotografo Domenico Critelli e l’archeologa Federica Persampieri.  Le attività hanno finora digitalizzato circa 1500 reperti e creato oltre 3500 risorse digitali. Ad essere coinvolti sono tutti i reperti esposti nelle vetrine del museo e gran parte dei reperti conservati nei depositi.  In totale, il progetto attivato sulla DRM Calabria prevede la realizzazione di circa 26mila risorse digitali. Grazie alle operazioni in corso è stata realizzata una documentazione fotografica di altissimo dettaglio degli oggetti museali, che potrà essere utilizzata per la ricerca e lo studio, ma anche a fini di fruizione e divulgazione.

La digitalizzazione dei beni culturali di oggi getta infatti le basi per la ricerca scientifica di domani. Grazie a strumenti come l’analisi colorimetrica e la creazione di riserve archeologiche digitali più ricche, si darà vita a un database funzionale per valorizzare e conservare il patrimonio, realizzando anche una sistematizzazione completa delle collezioni e dei depositi archeologici.