L’urna di Bruxelles con loro non è stata benevola, tanto da inserirle nel girone di ferro di Euro 2020. Blasone e qualità condensate nel Gruppo F. A battagliare per il passaggio del turno campioni del mondo e campioni d’Europa in carica, con l’aggiunta dei sempre temibili tedeschi e della cenerentola Ungheria.
E seguendo quella regola non scritta secondo cui i pronostici sono fatti per essere stravolti, alla fine la scomoda etichetta i magiari se la sono rapidamente scrollata di dosso arrivando a pochi metri dal traguardo qualificazione. Il fendente di Goretzka a pochi minuti dallo scadere dell’ultima sfida del raggruppamento, con tanto di cuoricino dedicato ai simpaticissimi adepti di Orban sugli spalti, ha avuto semplicemente il merito di prolungare l’agonia dell’undici di un Löw arrivato al termine del suo infinito ciclo alla guida dei teutonici.
Scricchiolii trasformatisi in rottura definitiva sotto i colpi mortali di Sterling e Kane. È l’Inghilterra ad eliminare la Germania e a consumare la vendetta perfetta, proprio sul luogo del delitto, lì nel nuovo, freddo e futuristico Wembley, che nulla ha a che fare col fascino del vecchio impianto che fece da palcoscenico alla semifinale di Euro ’96 e al dramma nazionale britannico.
Anche il Portogallo, che proprio dai tedeschi aveva subito una dura lezione qualche giorno addietro, torna mestamente a casa e cede, con largo anticipo rispetto alle previsioni, lo scettro di regina d’Europa, conquistato con fatica e sudore nelle notti di Francia del 2016. Cristiano Ronaldo saluta la competizione con il titolo, momentaneo, di capocannoniere e sarebbe bis, dopo aver trionfato anche in campionato. A questo punto deve sperare che si arresti la vena realizzativa dei vari Lukaku, Sterling e, perché no, Immobile.
Ma nessuno, esclusi i gufi di sorta, avrebbe scommesso sulla prematura eliminazione della Francia per mano di una coriacea Svizzera, che ha compiuto l’impresa al termine di una serie perfetta di tiri dal dischetto. Anche in questo caso il destino di Deschamps sembra ormai segnato, alla porta c’è già Zinedine Zidane, in cima alla lista dei probabili successori. I transalpini, favoriti numero uno alla vigilia della competizione, devono rinviare così l’appuntamento con la storia. Più precisamente con il secondo double ravvicinato Mondiali – Europei, già centrato dai Blues tra il 1998 e il 2000 e dalla Spagna nel biennio 2010-2012.