E’ terminata la prima serata del Festival di Sanremo 2025. Le 29 canzoni in gara sono state finalmente svelate. Ecco il nostro pagellone.
- – Gaia “Chiamo io chiami tu” (5) – Esibizione buona dal punto di vista vocale. La presenza scenica c’è
- – Francesco Gabbani “Viva la vita” (6) – Cantata bene, brano troppo slow per come eravamo abituati. Poco ispirato.
- – Rkomi “Il ritmo delle cose” (4) – Il fisico c’è, la canzone no.
- – Noemi “Se ti innamori muori” (6) – Vocalmente perfetta. Canzone in pieno stile Noemi. In forma.
- – Irama “Lentamente” (5) – Solo vocoder e cambi abito. Il resto è noia
- – Coma_Cose “Cuoricini” (5,5) – Chi si aspettava grandi cose, rimane deluso. Però in radio. I Ricchi e poveri 40 anni più giovani
- – Simone Cristicchi “Quando sarai piccola” (6,5) – Standing ovation dell’Ariston. Brano alla Cristicchi, anche se l’esecuzione non è stata al top. Teatrale ed intenso.
- – Marcella Bella “Pelle diamante” (4,5) – Direttamente da tale e quale show. Copia di una copia
- – Achille Lauro “Incoscienti giovani” (6) – Tra i Pulp e Antonello Venditti. Può vincere. “Ti chiamerò da un autogrill”.
- – Giorgia “La cura per me” (7) – Trent’anni di Come saprei. Fuorimoda ma con classe. Interpretazione sempre al di sopra della qualità del brano stesso. Si candida per il podio
- – Willie Peyote “Grazie ma no grazie” (5,5) – Fra gli Articolo 31 e Daniele Silvestri. Brutte copie poco riuscite rispetto agli originali. Debole ispirazione.
- – Rose Villain “Fuorilegge” (6) – Costruita sui precedenti successi. Che vi piaccia o no è già in radio e su tik tok.
- – Olly “Balorda nostalgia” (5,5) – Aria strafottente e quel mix fra Ultimo e Blanco. Direi Ultimo Blanco a Parigi
- – Elodie “Dimenticarsi alle sette” (5,5) – Costruita per essere un classico di Elodie. Non memorabile ma a rischio podio.
- – Shablo feat. Gue, Joshua e Tormento “La mia parola” (6,5) – Arrangiamento urban con toni gospel. Brano poco sanremese ma davvero ben fatto. Very cool.
- – Massimo Ranieri “Tra le mani un cuore” (6) – La definizione di artista evergreen. Sanremo è casa sua. Restaurazione sanremese. Interpretazione top ma canzone deboluccia.
- – Tony Effe “Damme ‘na mano” (4) – Più che trap e rap, un omaggio al Califfo in salsa romanesca. Stornello 4.0 fuori contesto.
- – Serena Brancale “Anema e core” (4,5) – È un reggaeton tra anema e core senza lasciare nessun segno. Non ne sentivamo il bisogno.
- – Brunori SAS “L’albero delle noci” (8) – Non è De Gregori ma è il nostro Brunori. Un brano che vola alto dal punto di vista letterario e musicale, molto sopra tutte le altre canzoni del Festival. Poetica.
- – Modà “Non ti dimentico” (5) – Ritorno al passato che non eccelle per originalità. Fuori Modà
- – Clara “Febbre” (4) – Bellezza e voce sono indiscutibili. Il brano non è all’altezza del resto.
- – Lucio Corsi “Volevo essere un duro” (7,5) – Un folletto sbarcato all’Ariston. Fra sogno e fiaba, con venature che ricordano il grande Ivan Graziani. Pop e magia.
- – Fedez “Battito” (3) – Una sola parola: straziante.
- – Bresh “La tana del granchio” (5) – Prova a fare il cantautore ma non incantano né la musica né il testo. Sospeso nel vuoto.
- – Sarah Toscano “Amarcord” (4,5) – Ricorda le peggiori hits di Paola e Chiara. Ottima colonna sonora per una lezione di ginnastica.
- – Joan Thiele “Eco” (6,5) – Chitarra western e qualche goccia di Mina. Tanta eleganza e originalità. Piacevole sorpresa.
- – Rocco Hunt “Mille volte ancora” (5,5) – Rocco che imita sè stesso non aggiunge nulla al suo personaggio. Non sorprende.
- – Francesca Michielin “Fango in paradiso” (6) – L’interpretazione è molto più convinta della canzone che resta mediocre.
- – The Kolors “Tu con chi fai l’amore” (5,5) – I The Kolors, infine, senza cassa a 4 sono come un cielo senza nuvole. Nei peggiori bar di Caracas si balla senza se e senza ma. E tormentone sia.
GLI OSPITI DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO
- – Noa e Mira Awad “Imagine” – Artisticamente bel duetto. La musica non crea guerre ma non le evita purtroppo ogni giorno. E per tre minuti pensi che sia tutto risolto. Bello sognarlo
- – Jovanotti e Rockin’1000 “The Biggest Rock Band on Earth” – Jovanotti non si discute. Ci deve stare. Quando la musica deve far muovere e creare gioia riesce a superare le sue stesse barriere. Quindi il merito raddoppia.
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