Olivier Giroud (photo AC Milan)

Ha messo nero su bianco sulla firma del contratto che lo legherà al Milan fino al 2023 Olivier Giroud.

L’attaccante francese, presentato ieri a casa Milan, è reduce dalla sfortunata esperienza con la nazionale transalpina a Euro 2020. Che si è conclusa con la prematura eliminazione agli ottavi di finale e pochissimi minuti giocati.

Dai primi flash che lo immortalano in rossonero si nota come si sia preso una responsabilità non di poco conto scegliendo la maglia numero 9. Giroud non è certo l’ultimo arrivato, la carta d’identità dice quasi 35 anni. E ha tutta l’esperienza di questo mondo per mettersi sulle spalle un simile peso.

Esploso in patria con la maglia del Montpellier, trova la definitiva consacrazione negli otto anni trascorsi in Premier League tra Arsenal e Chelsea. Senza dimenticare che con i suoi 46 centri è il secondo miglior marcatore della storia della nazionale francese campione del mondo in carica.

Ma le statistiche degli ultimi anni portano a credere, in maniera del tutto fondata, che in casa Milan sulla maglia che per definizione viene concessa al giocatore più prolifico dell’organico si sia abbattuta una vera e propria maledizione. Andiamo con ordine perché i fasti di Marco Van Basten, Jean-Pierre Papin, George Weah – tutti e tre vincitori del Pallone d’oro – e Pippo Inzaghi sono ormai lontani.

Gonzalo Higuaín: con la 9 del Milan sulle spalle solo 6 gol
Gonzalo Higuaín: con la 9 del Milan sulle spalle solo 6 gol

MILAN: IL TABU’ DELLA 9 RESISTE DA QUASI UN DECENNIO

Il “giallo” inizia nel 2013/2014 e il primo a farne le spese è Alessandro Matri, ceduto già nel mercato invernale alla Fiorentina a causa dello scarso rendimento. Stessa sorte per Fernando Torres nella stagione successiva. Il biondo attaccante iberico va a bersaglio solo una volta in dieci gare e a gennaio sale sul primo volo destinazione Madrid, sponda Atletico. Fanno male, anzi malissimo, sia la meteora brasiliana Luiz Adriano che Gianluca Lapadula, rispettivamente nel 2015/2016 e nel 2016/2017.

Impalpabile l’apporto di André Silva, che chiude la sua unica annata al Milan con il poco onorevole score in campionato di 2 reti in 24 presenze. Delude fortemente le aspettative Gonzalo Higuaín: il Pipita, arrivato in prestito dalla Juve, lascia il club rossonero già a gennaio e si trasferisce al Chelsea, senza riuscire a invertire però il trend negativo.

Nel gennaio 2019 i rossoneri sganciano ben 35 milioni di euro per assicurarsi le prestazioni del promettente Krzysztof Piątek. Alla sua prima da titolare in Coppa Italia contro il Napoli il bomber di nazionalità polacca realizza una doppietta e conferma di avere confidenza col gol anche nel prosieguo della stagione. Ma l’anno seguente sfida la sorte, si mette la 9 sulle spalle e il suo rendimento, manco a dirlo, crolla in maniera vertiginosa.

Per spiegare quanto il tabù sia difficile da sfatare basti pensare che anche un semidio come Zlatan Ibrahimović abbia evitato il pericolo, tenendosi stretta la numero 11 e “permettendo” così a Mario Mandžukić di essere l’ultimo di una lunga lista di dannati.

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