Tesoro di antiche monete romane rinvenute in Sardegna
Tesoro di antiche monete romane rinvenute in Sardegna

La Sardegna è divenuta protagonista di un importante ritrovamento archeologico. A largo delle coste nord-orientali dell’isola, nell’area di Arzachena, infatti, è stato ritrovato un tesoro che comprende numerosissime monete di epoca romana. Si tratta di “follis”, grandi monete in bronzo che entrarono in circolazione, a Roma, a partire dal 249, con la riforma monetaria dell’imperatore Diocleziano.

La scoperta è avvenuta grazie alla segnalazione di un cittadino. L’uomo, durante un’immersone, aveva notato dei resti metallici a pochi metri di profondità. In seguito alla sua segnalazione, Il Nucleo archeologico subacqueo della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Sassari e Nuoro ha provveduto ad analizzare personalmente il tratto segnalato. Le immersioni degli esperti hanno, così, permesso di rinvenire il tesoro archeologico. Si tratta di una scoperta affascinante ed unica nel suo genere.

Secondo una stima iniziale, il numero delle monete individuate si aggirerebbe tra i 30.000 e i 50.000 pezzi. Solo gli studi approfonditi in corso potranno, ovviamente, individuarne il numero esatto. Tutte le monete rinvenute presenterebbero uno stato di conservazione eccellente. Solo 4 pezzi risulterebbero, infatti, danneggiati, seppur leggibili.

Insieme alle monete, sono state rinvenute anche delle anfore di produzione africana e orientale. Le operazioni di studio e di restauro a cui verranno sottoposte le monete potranno chiarire informazioni maggiori.

Le parole di Luigi La Rocca: “una delle più importanti scoperte degli ultimi anni” 

Il tesoro rinvenuto nelle acque di Arzachena – afferma Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio – “rappresenta una delle più importanti scoperte di reperti numismatici degli ultimi anni ed evidenzia ancora una volta la ricchezza e l’importanza del patrimonio archeologico che i fondali dei nostri mari, attraversati da uomini e merci fin dalle epoche più antiche, ancora custodisce e conserva.”

“Un patrimonio straordinario – prosegue – ma anche molto fragile. Costantemente minacciato da fenomeni naturali e dall’azione dell’uomo, sulla cui tutela il Ministero, attraverso l’azione delle sue strutture centrali e periferiche, ha sviluppato metodologie e tecniche di recupero e di conservazione di straordinaria efficacia e messo in campo innovative strategie di valorizzazione”.