Chievo-Cosenza, la resa dei conti è fissata per lunedì pomeriggio a partire dalle ore 16:00.

L’attesa è spasmodica: basta fare un giro in città per accorgersi che l’argomento principe sull’isola pedonale o ai tavolini dei bar è tornato ad essere il Cosenza. O meglio, la probabile riammissione dei rossoblù nel campionato di Serie B.

Poi ci sono i social, le pagine Facebook dei tifosi o i commenti, sempre piccati e di parte, che accompagnano gli aggiornamenti sull’argomento. Ovviamente riportati delle varie testate giornalistiche che si occupano del Cosenza Calcio. Inevitabilmente si andrà avanti fino al pomeriggio di lunedì 26 luglio. Quando la Sezione Collegio di Garanzia del Coni finalmente si riunirà per decidere sul ricorso presentato dal Chievo, dopo la doppia bocciatura della Covisoc e quella del Consiglio Federale.

Un battage mediatico che sta tenendo con il fiato sospeso la sponda cosentina. Condizionando l’organizzazione delle competizioni professionistiche. Sia ben chiaro però, che non si tratta di una contrapposizione tra Chievo e Cosenza. E’ solo una verifica, l’ennesima, della legittimità di una gestione societaria, quella clivense, finita nel mirino degli organismi deputati al controllo della sostenibilità economica dei sodalizi sportivi.

LA SICUREZZA DEL CHIEVO, IN CONTRADDIZIONE CON LE REGOLE RISPETTATE DA TUTTE LE ALTRE SQUADRE

Chievo in ritiro a Pieve di Cadore

L’entourage veneto ostentava e ostenta sicurezza, assecondato dagli organi di stampa di riferimento. Atteggiamento legittimo, per carità, ma la lettura approfondita degli argomenti contenuti nel comunicato ufficiale della FIGC non concede appello. Pieno zeppo di manchevolezze riguardanti criteri legali ed economico – finanziari, non può certo passare inosservata, o in cavalleria.

Sarà il Collegio di Garanzia del Coni a confermare o meno quanto sancito negli ambiti precedenti. Resta il fatto che l’analisi della situazione ha evidenziato irregolarità negli obblighi di pagamento dei debiti fiscali.

Pare che la linea difensiva si basi sulle difficoltà derivanti dall’emergenza pandemica. Viene da chiedersi perché le difficoltà economiche patite da tutte le società abbiano portato all’inadempienza esclusivamente quella del presidente Campedelli?

Né ci si potrebbe appellare alla sopravvenienza degli eventi. Considerato che, purtroppo, la pandemia ci accompagna ormai dalla scorsa stagione e dunque ogni società, nello stilare programmi e predisporre budget di spesa, avrebbe potuto e dovuto tenere conto delle minori entrate.

Troppo facile mantenere in organico giocatori dall’ingaggio elevato, per competere per obiettivi altrimenti fuori dalla propria portata, per poi non riuscire ad onorare i debiti. Del resto Covisoc e Consiglio Federale hanno certificato inadempimenti nel pagamento di debiti fiscali di diverse annualità.

CONTENZIOSO CON IL COMUNE DI VERONA PER LA CONCESSIONE DELLO STADIO BENTEGODI

Stadio Bentegodi di Verona
Stadio Bentegodi di Verona

Nei mesi scorsi era emerso, inoltre, un contenzioso con il Comune di Verona per il pagamento dei canoni arretrati per l’utilizzo dello Stadio Bentegodi. Somme vicine ai 3 milioni di euro che la società clivense avrebbe dovuto versare nella casse comunali.

Non c’è traccia, almeno sugli organi di stampa, di un accordo per la rateizzazione del debito che, al contrario l’Hellas Verona ha trovato nel mese di marzo 2021.

Un particolare che non incide nella vicenda attuale. Ma contribuisce a delineare un quadro allarmante, che cozza con l’ottimismo e la sicurezza mostrati in questi giorni. Quella di lunedì pomeriggio non è una partita tra Cosenza e Chievo, ma una questione di principio, di legalità, di giustizia.

Il Collegio di Garanzia dovrà esprimersi sulla legittimità della condotta di una società che non ha avuto rispetto delle regole che altri, tutti gli altri, hanno invece osservato con senso di responsabilità, mettendo a rischio il raggiungimento dell’obiettivo sportivo e pagando dazio sul campo, così come è avvenuto per il Cosenza.