Milan campione d'Italia (foto corriere.it)
Milan campione d'Italia (foto corriere.it)

Si dice che in certi casi bisogna toccare il fondo prima di risalire la china. Il diavolo ha raggiunto il punto più basso della sua storia recente il 22 dicembre 2019. La squadra di Pioli viene triturata da un’Atalanta scintillante sotto i colpi di un ispiratissimo Josip Ilicic. Al Gewiss Stadium finisce 5-0. È un Milan piccolo piccolo, irriconoscibile, lontano, lontanissimo parente di quello che aveva abituato i suoi tifosi a primeggiare anche in campo europeo.

I supporters non ne possono più di assistere a queste disfatte ed esprimono tutto il loro malumore. Il tecnico emiliano finisce sulla graticola, ha le valigie già in mano ma la società preferisce mantenerlo al suo posto. Decisione coraggiosa, in controtendenza rispetto al modus operandi del calcio moderno. Che si rivelerà col tempo azzeccata. Non a caso l’allenatore, scudettato ieri per la prima volta, ha dichiarato qualche settimana fa: “Questo Milan è nato da quel 5-0 contro l’Atalanta, è stata una giornata negativa, ma da lì abbiamo capito cosa ci serviva“.

Ibrahimovic guida la festa a Casa Milan (foto Ansa-Matteo Bazzi)
Ibrahimovic guida la festa a Casa Milan (foto Ansa-Matteo Bazzi)

Il Milan cambia marcia, aiutato dall’arrivo di un certo Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese più vincente della storia, uomo dalle sfide impossibili, accetta di rimettersi in gioco a 38 anni suonati. La sosta forzata causa lockdown aiuta la squadra a riordinare le idee e ritrovare mordente. Alla ripresa è un altro Milan. Perde una sola gara e pone le basi per il raggiungimento di un obiettivo mai dichiarato e diventato realtà 24 ore fa sul rettangolo verde del Mapei Stadium.

Nella scorsa stagione, nonostante il capitombolo interno al giro di boa, ancora una volta con l’Atalanta, è campione d’inverno ma è un titolo platonico. Perché a maggio è l’Inter a cucirsi il tricolore sul petto. Il resto è storia recente. I ruoli che si invertono con l’Inter avanti al termine del girone d’andata e il Milan, sostenuto da ventimila tifosi sul campo del Sassuolo, che si laurea poi campione d’Italia per la diciannovesima volta.

Un trionfo atteso 11 anni, in panchina sedeva Massimiliano Allegri. In campo sempre Ibra, che a sollevare un titolo nazionale è ormai abituato (con quello di ieri sono 13, escludendo quello conquistato con la Juventus nel 2006 e poi revocato). Il capopopolo Zlatan, autentico trascinatore anche ieri nella festa rossonera con sigaro in bocca e coppa ben salda in mano.

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